Il miracolo alla famiglia Serafini di Villavallelonga
> Connesso alla nascita della PANARDA.
La tradizione connessa al Santo è attestata già nel 1657 secondo documenti parrocchiali, quando Pietro Paolo Serafini assicura che è antico costume della sua famiglia distribuire una ”minestra di fave” per perpetuare una promessa fatta dai suoi antenati. La testimonianza, più che stabilire una eventuale data di inizio del rituale, che a Villavallelonga come altrove conserva elementi molto arcaici e fortemente simbolici, è utile per confermare la leggenda di fondazione.
> Il miracolo dei Serafini è quello a cui è connessa la nascita della Panarda.
Tanto tempo fa un proprietario terriero appartenente alla famiglia Serafini, di nome Mariano, non riuscendo a trovare braccianti, imprecava spesso: «Finirà che farò lavorare la terra al diavolo».
In quel momento comparvero dal nulla degli uomini che si offrirono per la mietitura, raccomandando a Mariano di non mettere il sale nel cibo che avrebbero consumato a metà giornata. Il proprietario, soddisfatto, se ne tornò a casa ordinando alla moglie di ordinare il pranzo per i braccianti, ma si scordò di avvertirla che non doveva usare sale.
Quando fu l’ora del pranzo, la donna portò il cibo in tavola, ma quei braccianti dall’aspetto riservato lo rifiutarono disgustati. Allora lei esclamò: «Gesù, Giuseppe e Maria, come fate a mangiare senza sale? Non sarete per caso diavoli?». A quelle parole i giovani con il loro capo più anziano sprofondarono nel terreno spandendo un acre odore di zolfo e in quel momento Mariano e la moglie si accorsero che le impronte lasciate dai mietitori sul terreno non erano umane, ma somiglianti a quelle di capra, capirono allora che si trattava del diavolo.
La donna invocò Sant’Antonio Abate perché li liberasse e li proteggesse dal demonio e dalle sue tentazioni, promettendo al Santo di distribuire in elemosina, in suo onore, per tutti gli anni a venire e fino alla fine della loro discendenza, il cibo che avrebbero dovuto consumare i mietitori.