LA FAGGETA DI VAL CERVARA - dal 1523 ad oggi
La faggeta più antica d'Europa e patrimonio Mondiale UNESCO
Un luogo incantato, dove il tempo riavvolge il nastro della storia per riportarci agli albori di epoche lontane, capace di raccogliere secoli di memoria e di antiche conoscenze.
Si trova a Val Cervara, una convalle dell'Aceretta, Comune di Villavallelonga, nel cuore del Parco Nazionale d'Abruzzo, estensione 20 ettari localizzato a circa 1600 m di quota tra il Monte Marcolano a sinistra e il Monte Schiena di Cavallo a destra.
E' la FAGGETA PIU' ANTICA D'EUROPA e questa eccellenza le è stata riconosciuta dall’università della Tuscia, quando un team di studiosi è riuscito a provare l’esistenza di faggi pluricentenari, con esemplari che superano i 480 anni d’età. L’equipe di esperti, guidata dai professori Schirone e Piovesan, grazie all’analisi dendrocronologica, ha potuto ricostruire una serie cronologica che, quindi, si estenderebbe dal 1523 ad oggi. Il faggio più antico conta ben 503 anelli chiaramente rilevabili da questo tipo di analisi, ma potrebbe essere persino più antico, se si considerano i molti altri incompleti.
Il sito si è salvato per il suo isolamento, grazie ai cittadini che hanno sempre vissuto il luogo in cui vivono con amore e rispetto ma SOPRATTUTTO per le continue lotte fatte da LORETO GRANDE, botanico di Villavallelonga, che nel dopoguerra si batté per proteggere questo prezioso lembo di territorio. L’opera di difesa è proseguita poi con l’istituzione del Parco Nazionale d’Abruzzo. Mediamente i faggi vivono 250 anni e il fatto che qui ve ne siano, numerosi, di quasi 500 anni, è un riscontro scientifico importante che dimostra maggiore longevità delle faggete, un utile modo per ricostruire l’andamento climatico. Viene definita FAGGETA VETUSTA, termine che deriva dal latino vetus cioè antico, che in questo caso non indica solamente la longevità delle piante. Una foresta vetusta, infatti, è un particolare sistema dinamico dove le piante crescono, si riproducono, competono tra loro e muoiono naturalmente, passando attraverso tutti gli stadi del loro ciclo vitale senza che l’uomo intervenga tagliando o raccogliendo legna dal suolo. Qui si è creato un habitat ad elevata biodiversità ed in cui si possono trovare tutte le fasi del ciclo vitale delle foreste naturali di clima temperato: meravigliosi alberi colonnari di varia forma, alberi morti in piedi e schiantati al suolo con numerose cavità; troviamo tutte le fasi del ciclo strutturale della faggeta, da stadio di piantina a quella di albero morto, tappeti di muschio, licheni vari, funghi legnosi a mensola.
Il luogo è frequentato da numerosi animali.
In particolar modo dal Cervo, da cui la zona prende il nome, ma anche da altri come il Lupo, i Cinghiali e l'Orso bruno marsicano.